FACCIA A FACCIA CON LA MUSICA: PIERDAVIDE CARONE

FACCIA A FACCIA CON LA MUSICA: PIERDAVIDE CARONE

Autore: Davide Libralato

ph Clara Parmigiani

Pierdavide Carone, sei un cantautore molto giovane ma con un bagaglio d’esperienza da veterano. Le tue parole e la tua musica hanno accompagnato tanti ascoltatori all’interno delle tue emozioni per poi riconoscersi e ritrovarsi arricchiti. Qual è il tuo segreto?
Il mio segreto credo sia scavare all’interno delle mie emozioni e poi trasformarle in storie
allegoriche prima che diventino canzoni, questo processo penso che aiuti l’immedesimazione.

Parliamo un po’ della tua nuova uscita, Carone. Questo disco arriva successivamente all’uscita di Carla e la Credenza e di Hey, due singoli molto diversi tra loro ma che identificano perfettamente le tue caratteristiche giocose e poetiche, profonde ma anche leggere. Ho l’impressione che fare musica per te sia una vera e propria necessità, il mezzo per rivelare quello che hai dentro e che altrimenti non riusciresti ad esprimere così bene. Anche per questo Carone è un contenitore di vita, un album che ho avuto l’onore di ascoltare in anteprima e che mi ha parlato di te. Se tu dovessi raccontare il tuo lavoro da ascoltatore, cosa diresti?
Direi che è un disco solare, sorridente, colorato, un inno al coraggio del NOI, in un mondo sempre
più individualista.

Oltre ad avere un gran talento come cantante e musicista hai anche doti compositive fuori dal comune. Questo ti ha portato fra i tanti riconoscimenti, a vincere un Festival di Sanremo come autore per il brano portato al successo dal tuo amico e collega Valerio Scanu, Per Tutte le Volte che. Che sensazioni si vivono sapendo che un proprio brano viene premiato come miglior canzone nella manifestazione canora italiana più importante? 
La canzone che hai citato è stata molto importante, al di là dell’importanza che già ha in sé
vincere il più importante festival italiano, ma poi perché l’ha fatto in un momento in cui ero ancora
dentro la gara di Amici, ignaro di cosa sarebbe successo alla mia carriera, ammesso e non
concesso che qualcosa sarebbe effettivamente successo; e vedere una mia canzone vincere quel
festival mi ha fatto capire che ero sulla strada giusta, confermata poi da Di Notte e dal mio primo
album.

Parlando ancora della tua ultima impresa discografica, voglio sottolineare un aspetto che non riesco a tralasciare. Non c’è traccia che non parli di sentimenti, magari presi da diversi punti di vista ma pur sempre di sentimenti… e torniamo quindi alla tua sensibilità. Cosa sono per te i sentimenti oggi? Quanto sono cambiati e quanto hanno cambiato i rapporti tra le persone? Pensi che nel tempo sia cambiata la loro importanza nei riguardi della nostra vita?
Oggi i sentimenti sono messi in crisi da tanti fattori: la rabbia sociale, l’estremismo delle ambizioni,
l’iperstimolazione sessuale, e in mezzo a tutto questo sembra quasi non esserci spazio per i
sentimenti; questo ridimensionamento rischia di togliere la forza che un tempo avevano di
cambiare i rapporti tra le persone, riducendo l’importanza nei riguardi della nostra vita.

Io amo i cantautori italiani, ma su tutti il compianto Lucio Dalla. Credo che non a caso la tua figura artistica abbia avuto il privilegio di vivere con lui un legame particolare, un’affinità che vi ha portati anche a collaborare. Oggi in Italia sei il cantautore che me lo ricorda di più per attitudine, ironia e poliedricità. Cosa ne pensi?
Penso che sia il più grande complimento che si possa fare a un cantautore quello di essere
associato a un genio di tale portata. Se riuscissi a scrivere bene almeno la metà di come faceva lui
potrei già essere definito un grande artista, e non sarebbe male.

L’ultima domanda, quella che si ripete in tutte le mie interviste: “l’Artista per me può definirsi tale perché vive sognando”. Qual è il sogno di Pierdavide Carone?
Il mio sogno è di emozionare le persone che entrano a contatto con me, che sia nel privato o nel
pubblico, perché credo che solo saper emozionare ti dà la possibilità di avere successo nella vita,
che non è la fama, perché per quella basta anche solo essere vanitosi, ma essere emozionanti è
tutta un’altra storia.