FACCIA A FACCIA CON LA MUSICA: LADY BRIAN

FACCIA A FACCIA CON LA MUSICA: LADY BRIAN

Autore: Davide Libralato

Musica e parole, le mie più grandi passioni. Di queste due splendide forme di comunicazione tu sei riuscito (da Vocalist) a farne la tua professione. Quando hai capito che questo sarebbe stato possibile?
Non chiedermi per quale motivo,  perché questa passione per la musica è sempre stata intrinseca in me. Passione che mi ha portato in adolescenza ad avvicinarmi al mondo del club, soprattutto dei grandi locali Jesolani, i  grandi locali di tendenza quali il Movida, l’Asylum e di tutti le realtà di quel momento che mi hanno segnato. Mi sono appassionato a questo genere che era ed è ancora oggi l’elettronica, e con esso anche a tutto il mondo che ci girava intorno. E più che parlare di discoteca direi proprio di club, inteso come vero e proprio contenitore di culto musicale per diversi generi. Ho così cominciato la mia carriera con le pubbliche relazioni e lenho fatte qualcosa di mio. Poi ricordo perfettamente che c’è stata quest’evoluzione musicale e in Italia è avvenuta verso la metà degli anni ’90, evoluzione chiamata “Progressive”. La Progressive mediterranea ad esempio era una forma di musica techno molto molto melodica; sono così nati questi “cantastorie”, animatori che improvvisano sopra i set dei Dj… e lo facevano veramente, non erano come un cantante che cantava utilizzando un testo preciso e definito. A seconda della musica che ascoltavano si accompagnavano aiutati da varie effettistiche. Questa forma di comunicazione mi ha affascinato talmente tanto che mi sono detto: voglio farlo. E tutto questo mi ha portato già nel 1997 ad esibirmi nei primi locali storici di Treviso (il Keyess) e di Jesolo lido (Exess) portandomi a fare l’inverno da una parte e l’estate dall’altra. Essendo comunque una persona molto carismatica che  riusciva comunque a muovere le masse con le pubbliche relazioni non ho trovato poi così grosse difficoltà in quanto il mio modo di comunicare alle persone era già vincente all’epoca, e nel giro di due anni sono esploso come fenomeno veneto. In quel momento la gloria e la fama mi hanno portato subito a diversi tipi di comunicazione, ad esempio sono di allora i miei primi programmi radiofonici. Esperienze che mi hanno insegnato un sacco a migliorare la dizione, la mia improvvisazione e la capacità quindi di riempire i “buchi” della diretta. Oltre a quello mi sono avvicinato a vari produttori discografici e con loro ho fondato la prima etichetta avendo la forza e la credibilità necessaria a far si che degli editori puntassero su di me. Questo mi ha portato ad avere tutti quei poli necessari alla crescita professionale; aggiungici lo studio della musica, del canto e la possibilità di esibirmi ogni weekend e di migliorarmi quindi ogni giorno. Tramite queste esibizioni trovavo nuovi slogan, nuovi effetti vocali e a formare quello che è poi diventato e ad oggi è Lady Brian, un vocalist che ha un suo genere riconoscibile insomma. 

Molte persone, soprattutto gli “addetti ai lavori” sostengono che tutti gli Artisti che orbitano intorno alle discoteche o più genericamente alla musica dance non si possano considerare a pieno musicisti. Tu che ci sei dentro ormai da quasi trent’anni, credi che questo concetto/cliché sia superato? Cosa ne pensi?
Diciamo che personalmente ho sempre abbattuto le barriere e non mi sono mai dato troppi schemi mentali, ho sempre lasciato la massima libertà di espressione in qualsiasi campo artistico col quale sia entrato in contatto e parlando di musica ti posso assicurare che ho conosciuto musicisti spaventosi che orbitano all’interno del genere elettronico e questo grande mondo ci fa anche capire che artisti del calibro di Lenny Kravitz, Michael Jackson, Madonna , Linkin Park, Placebo (e sono solo i primi che mi vengono in mente) hanno una botta di elettronica nelle loro produzioni che fa “paura”. Questo per dire che anche la gente partita con la chitarra in mano si può avvicinare all’elettronica. L’intelligenza e l’esperienza in ambito di produzioni discografiche ti fa ascoltare ed accettare qualsiasi genere senza giudicarlo. Poi è chiaro che il piacere è personale, di conseguenza a me piacciono tanti generi e non me ne piacciono altri ma non dico una cosa sia merda e l’altra è bella perchè so dietro ogni produzione quanto lavoro ci sia. Io sono felice se band come i Maneskin in hanno il successo che hanno avuto perchè mi piacciono loro, mi piace il rock, mi piace chi a testa basta non sta ad ascoltare cosa dice la gente ma si concentra sul proprio lavoro per fare sempre meglio. 

In tutti questi anni hai presenziato a centinaia di eventi nei migliori club d’Italia e non solo, hai collaborato con i più svariati Dj e colleghi del Bel Paese, ma chi conosce il tuo percorso artistico trova e ritrova quello che per te è più di un partner abituale: Igor Dozzo alias “Igor S”. Cosa rappresenta a livello professionale ma soprattutto umano per Brian Carnevale?
Io partirei dall’ultima parte della domanda cioè dall’aspetto umano, perchè sentendomi un’anima molto sensibile e dai sani principi è pressoché inutile dirti che Igor è più di un amico, perchè lo dimostrano il tempo, la carriera, le consolle, le produzioni discografiche e le etichette che abbiamo creato insieme in tutti questi anni. Tra tutti i progetti che abbiamo avuto sia familiari che professionali ci sta unendo anche un sogno, che consiste nella rivalutazione ambientale di questo meraviglioso spazio (dove stiamo facendo questa chiacchierata) che è “il lago delle Fate”, luogo che a suo tempo era una cava dismessa e che ora è diventata un’azienda agricola con diverse attività annesse quali fattoria didattica, turismo rurale, acquacoltura… capisci quindi che siamo andati ben oltre a quella che era la sfera artistica e musicale. Alla fine, si è creato fra noi un vero e proprio feeling tanto da farmi affermare che lo conosco come un fratello, tra noi basta uno sguardo e ci intendiamo. 

Ti appassionano poesie e componimenti, e lo si capisce anche da come ti esprimi nelle tue performance. Sono inoltre rimasto particolarmente affascinato dal tuo (se non erro) penultimo lavoro in studio ovvero “Il gioco della follia” nel quale reciti dei versi che oltre a sposarsi perfettamente con il flow del brano, narrano a mo’ di filastrocca un racconto denso di significati. Vuoi raccontarci da dove proviene la scelta e il conseguente utilizzo delle parole di questa favola?
Io sono una persona che si lascia affascinare da qualsiasi cosa: che sia il volo di una farfalla, che sia una poesia, che sia un’esibizione diciamo che in tutto ciò che faccio cerco di captare il positivo. Mi trovavo in viaggio in Sicilia con la mia famiglia, a Siracusa. Nel villaggio in cui mi alloggiavo c’è stato uno spettacolo nel quale un animatore ha interpretato questa meravigliosa favola. Già dalle prime battute mi ha emozionato così tanto da farmi piangere nel rientro in camera, mia moglie lo può confermare. E’ iniziata da parte mia una ricerca ossessiva per trovare sia il titolo della poesia che ovviamente l’autore di queste magnifiche parole. Sono riuscito così ad arrivare a Davide Saliva e a mettermi in contatto con lui per fargli una proposta di collaborazione. Non ti nego che interpretare quei versi e quella parte è stato molto molto impegnativo perchè sono dovuto entrare veramente in questa meravigliosa favola, recitandola come fossi un attore. È anche per quello che questo brano ha avuto una grossa resa, perchè sono riuscito davvero a metterci il cuore, tanto che il provino con l’autore del testo in questione è stato accettato subito. Grazie poi a Dj Maxwell che ha fatto la base e a tutti i successivi remix il pezzo è diventato tra le più grandi soddisfazioni della mia carriera.


Tua moglie e i tuoi amati figli (dei quali parli sempre) sono la tua quotidianità. Che tipo di padre e marito è Lady Brian? Puoi facilmente immaginare che a tutti noi riesce più semplice vederti dietro una consolle e protagonista vero della vita notturna ma io ti posso osservare anche con il passeggino o in camminata e in situazioni comunque distanti dalla movida… cos’è per te la famiglia e cosa sei tu per lei? 
La mia famiglia è la mia linfa vitale, la mia potenza. Se non avessi loro non so se riuscirei ad essere qui e ad essere quello che sono, ad avere la voglia di esprimermi e soprattutto di avere la felicità che ho, con la serenità che mi appartiene. Amo i miei figli alla follia e ti confido che continuerei a farne se non fossero così impegnativi. Sono una gioia unica che ogni giorno aumenta di valore. Mi rendo conto che tutto questo è ancor più possibile perchè al mio fianco ho una donna ed una madre perfetta che conosce perfettamente la mia vita, essendoci noi conosciuti quando entrambi frequentavamo i locali, la nostra è una storia che dura da vent’anni. Anche i miei bimbi ovviamente sanno cosa faccio e quando mi chiedono se sono famoso io rispondo umilmente che famoso è Vasco Rossi e che io faccio solo il mestiere che mi piace. Allo stesso modo aggiungo che il mio compito di padre sarà quello di accompagnarli alla ricerca di ciò che a loro piace cosicché provino a trasformarlo in hobby e professione. Non li spingerò mai a seguire le mie orme ma gli starò accanto per aiutarli a trovare le loro. 

L’ultima domanda Brian, quella che si ripete in ogni intervista di questa rubrica: “l’Artista per me può definirsi tale perchè vive sognando”. Qual è il tuo sogno?
Diciamo che io non mi definisco né musicista nè artista né cantante né produttore, ma sicuramente un creativo. E da creativo quale mi ritengo non riesco a vivere senza immaginare e sognare. Ho fatto e sto facendo della mia vita un sogno ad occhi aperti perchè senza sognare non riesco proprio a starci. Mi accontento di nulla ma ricerco la felicità ogni giorno perchè è il più bello stato d’animo e sognare mi rende felice indipendentemente dal fatto che mi porti risultati economici o altro, mi fa stare proprio bene. Essendo tutta la mia esistenza un sogno quello che adesso sto facendo ad occhi aperti è quello di riuscire a creare il progetto “Lady Brian live” ovvero esibizioni live con l’ausilio di tante macchine che sto studiando e che voglio utilizzare in queste performance di musica e voce. Mi piace farmi contaminare da realtà diverse e dagli stimoli più disparati collaborando con persone e da realtà differenti, non precludendomi nulla. Sento che la mia figura artistica ha bisogno di questo tipo di step e lasciando sfogo alla mia creatività non metterò nessun tipo di paletto, sicuramente sarà qualcosa di molto electro… ne sono sicuro.