Autore: Davide Libralato
Ci vuole davvero tanto talento per fare la cantautrice, e a mio avviso Giulia tu ne hai davvero. Raccontaci quando e come hai pensato di voler scrivere canzoni, di come ti sei avvicinata alla composizione e in che modo lo hai fatto.
Innanzitutto, grazie mille per quello che dici, mi fa davvero piacere. Sin da bambina la musica è stata parte della mia vita perché ho fatto musica propedeutica, lezioni di chitarra, di pianoforte e ho partecipato anche al coro scolastico. Per quanto riguarda la scrittura invece, ho iniziato quando avevo 15 anni. Il tutto è nato un pò a caso. In quel periodo mi piaceva tantissimo un ragazzo e dato che la cosa non era ricambiata volevo liberarmi da questo sentimento e nonostante non fossi mai stata una persona che scriveva diari o i propri sentimenti ho pensato: perché non provare ad esternarli in questo modo? Inoltre ho iniziato a scrivere in inglese, questo come sorta di protezione, perché avevo paura e non volevo che la gente capisse fino in fondo quello che raccontavo, dato che erano cose abbastanza private. Dopo di che, una volta completato il testo mettevo giù gli accordi e cercavo delle melodie che stessero bene. E così sono nate le prime canzoni. Man mano che il tempo passava mi sono sforzata di scrivere anche in italiano, cosa che all’inizio mi risultava molto difficile. Concludendo posso dire che scrivere canzoni non è stata una vera e propria scelta, ma forse più un bisogno di esprimermi, capirmi meglio ed espormi.
Tu sei veramente figlia di questo millennio. Com’è l’approccio alla musica per un/a ragazzo/a della tua età? Dei tuoi artisti preferiti ascolti album interi o usufruisci delle piattaforme di ascolto e delle loro comode playlist?
Credo sia ben evidente il differente rapporto che abbiamo noi giovani con la musica rispetto a persone più adulte. Noi abbiamo fortemente bisogno di musica, mentre si cammina per le strade, quando si cucina, mentre si va in macchina. Non possiamo fare a meno della musica. La musica ci culla e ci accompagna durante ogni momento. Io ascolto tantissimi artisti diversi e come piattaforma uso principalmente Spotify. Di solito ascolto solo le canzoni che mi piacciono di più, non necessariamente album interi se non di alcuni artisti che risultano esser davvero i miei preferiti.
Attraverso le tue pagine social mi sembra di capire che ti piacciono i gatti. Hai “semplicemente” un legame affettivo con un tuo animale domestico o senti di avere una particolare affinità con questo tipo di creature?
Si, io amo i gatti… ne ho persino uno tatuato sul braccio! Sicuramente ho un grandissimo legame affettivo sia con il mio gatto che con l’animale in se nel quale credo in parte anche di rispecchiarmi. Sono una persona sensibile ma con un carattere forte e anche abbastanza indipendente, esattamente come i gatti. Mi piace stare da sola ma allo stesso tempo anche in compagnia. L’unica cosa forse diversa è che molti gatti sono affettuosi e io, nonostante lo possa sembrare nelle canzoni, non lo sono affatto.
Mi hai colpito subito per le metriche articolate che non abbandonano mai il significato profondo e allo stesso tempo dolce dei tuoi contenuti. Sei così anche nella vita di tutti i giorni o è il tuo modo di raccontare nelle canzoni storie che non devono per forza essere tue?
All’interno delle mie canzoni spesso vengono trattati temi come l’amore. Nella vita di tutti i giorni credo di essere una persona molto sensibile e a tratti romantica anche se non lo do quasi mai a vedere. I miei brani sono uno dei pochi momenti in cui esprimo a pieno questi sentimenti. Sotto sotto sono una persona molto dolce e voglio bene alle persone che ho intorno anche se un pò a modo mio. Dal punto di vista del significato profondo credo di essere così anche nella vita reale, amo parlare di questioni complesse, delle paure, del futuro… infatti odio, ad esempio, le “small talks” (le chiacchiere)
Da “giovane veterana” cosa consiglieresti a chi si accinge a far musica come te?
Non mi sento così esperta ma se proprio dovessi dare un consiglio direi di provarci nonostante tutto e soprattutto di fregarsene del giudizio degli altri. Potrebbe sembrare una cosa banale e scontata che si sente dire spesso ma in realtà ogni tanto ci creiamo da soli dei paletti mentali che non esistono e ci dimentichiamo di questo. Se non si prova non si saprà mai come sarebbe potuta andare.
L’ultima domanda, quella che si ripete in tutte le mie interviste: “l’Artista per me può definirsi tale perchè vive sognando”. qual è il tuo sogno Giulia?
Il mio sogno è quello di riuscire a fare quello amo, cioè musica, e farlo come lavoro. Riuscire a vivere di musica sarebbe il mio sogno che si avvera.