FACCIA A FACCIA CON LA MUSICA: 30 DENARI

FACCIA A FACCIA CON LA MUSICA:  30 DENARI

Autore: Davide Libralato

Già il primo ascolto mi ha portato con un tuffo verso quello stile a me tanto caro e indimenticabile. Le sonorità New wave si mescolano ad una produzione più moderna e aggressiva ma sempre attenta e attinente al passato. Dove si collocano oggi i “30 Denari” se dovessero scegliere un loro ambiente sonoro?
Prima di tutto vorremmo ringraziarti per questo spazio e per l’opportunità che ci dai di far conoscere la nostra musica. Credo che hai colpito nel segno: la band è composta da musicisti con tanti anni di militanza in band della scena “alternativa” con coordinate musicali diverse che vanno dall’ Industrial Metal al Prog metal, dal Punk Oi/Psychobilly alla New Wave, quindi le nostre canzoni sono la risultanza della fusione di tutte queste esperienze e di gusti differenti. 
Noi come musicisti abbiamo sempre rifiutato di seguire un dogma e abbiamo preferito mescolare e ibridizzare musiche, culture e idee… e tutto questo si riflette poi in quello che facciamo.
Aggiungo che la band è nata per omaggiare le nostre passioni musicali giovanili ed i gruppi con cui siamo cresciuti: parlo di grandi Artisti come Joy Division, Siouxsie and The Banshees, Bauhaus, Killing Joke per nominarne di internazionali, ma anche grandi band italiane come Diaframma, Disciplantha, Kina, Franti. Abbiamo poi semplicemente filtrato il tutto con le influenze più moderne e questo ne è il risultato. Credo alla fine la musica sia un perenne riciclo di emozioni e idee che si portano avanti e si evolvono in frammenti di anime di altri e che ci hanno a nostra volta infiammato mentre le ascoltavamo.

Sicuramente chi si avvicina a voi rimane spiazzato dalla scelta di utilizzare lingue diverse per i vostri brani. Questa decisione è antecedente alla fase creativa degli stessi (e quindi pianificata) o è qualcosa nato casualmente? 
Io (Crez,voce) sono un poliglotta, per metà spagnolo e metà italiano anche se dico che “la mia patria è il mondo intero”. Trovo che esprimersi in più lingue sia un ottimo sistema per parlare con persone che vengono da paesi diversi ma che hanno molte affinità da un punto di vista sentimentale, politico e spirituale. Mi piace l’effetto spiazzante, non mi piace dare alle persone qualcosa che si aspettano… che noia. Finora sui testi ci hanno detto tutto ed il contrario di tutto e per me è un grande onore perchè li scrivo per innescare una discussione, per aprire le porte al confronto. 

Ogni membro della vostra band proviene (anche) da generi ed esperienze musicali diverse. Vi siete amalgamati lentamente o l’alchimia si è formata in breve tempo? Le sonorità diverse sono sempre state un valore aggiunto o hanno creato qualche difficoltà sul piano della composizione dei brani?
Come dicevamo prima abbiamo sulle spalle anni passati in sale prove e sui palchi e questo ci ha forgiato facendoci trovare il modo di far funzionare assieme le nostre diverse personalità; si cerca di mettere da parte i nostri egocentrismi facendoli passare attraverso una visione comune in cui la canzone è infine la cosa più importante. Certo, anche noi ci siamo trovati ad avere opinioni diverse sul sound ed è per questo che abbiamo scelto Cristiano Santini (Disciplinatha/Dish-is-nein) alla consolle per disciplinare il nostro chaos creativo e farlo suonare al meglio. Il fondere sonorità diverse è stato fin da subito un valore aggiunto, ed è quello che stiamo anche riscontrando nelle recensioni. Non sanno bene come collocarci e noi la vediamo come una cosa positiva. Alcuni sottolineano un aspetto della musica altri quello completamente opposto.
Alla fine noi diamo spazio ai nostri cuori e magari in futuro ci andrà di fare un pezzo reggae o country rivisto a modo nostro.

So che la nascita del vostro gruppo risale al periodo della pandemia e si concretizza appena dopo. Quanto la realtà che ha colpito tutti noi è stata fondamentale per la credibilità stessa dei contenuti che proponete? Mi spiego meglio: le vostre tematiche, i vostri testi sviluppati alla grande all’interno di atmosfere musicali di sicuro “non spensierate” hanno visto la luce grazie alle difficoltà createsi nel periodo del Covid o pensate che la vostra musica sarebbe in qualche modo nata ugualmente? 
Le difficoltà che si incontrano lungo il “cammin di nostra vita” ci mettono di fronte a due scelte principali: quella di rimaner feriti o quella di diventare piú saggi di prima. Sfruttando le avversità si puó crescere e fortificarsi oppure piangersi addosso come eterne vittime. Analizzare l’avversità è il primo passo per potersi permettere una di queste due scelte. Questi testi sono un’analisi che senza il Covid19 non avremmo potuto fare. Vedere la società lacerarsi, vedere il “fratricidio” istigato dalle istituzioni, vedere pezzi di libertà andarsene per sempre non ci ha lasciati indifferenti e questo è uno dei risultati… e come dici tu , non è certo cosa spensierata.

Il vostro nome è un inequivocabile richiamo al valore simbolico (inteso proprio come prezzo) che si da al tradimento e al suo compimento. Indipendente dal credo religioso o dalla riflessione etica e morale che questo muova, credete che la cifra oggi (e sempre) sia destinata al ribasso o la storia ci sta insegnando a non svendere noi stessi ed i nostri ideali? 
Al momento ci stiamo tutti svendendo. Svendiamo i nostri corpi, la nostra creatività, i nostri sentimenti e il nostro tempo. Tutto è una compravendita, il prezzo delle nostre esistenze è stabilito da criteri vessatori e in più è diventato socialmente accettabile tradire per il proprio tornaconto. La storia ci insegna tante cose ma bisogna volerle imparare. Sono ateo (Crez,voce) ma ho un profondo rispetto per la spiritualità. L’influenza cattolica nella nostra cultura ha senz’altro dei risvolti deprecabili ma ci sarebbero anche diversi spunti estremamente condivisibili: la solidarietà, ad esempio, il non lasciare mai nessuno indietro, l’amore per il prossimo e quella propensione a “fare il tifo” per i più poveri e gli ultimi. Questi sono concetti rivoluzionari ed anticapitalistici che oggi faticano ad essere propri di chi per campare ha bisogno di lavorare. Accettiamo con leggerezza la corruzione della dignità umana, vediamo gli altri come ostacoli alla nostra realizzazione individuale senza capire che non c’è successo senza la condivisione del benessere. Non ce l’hai fatta nella vita se sei il più ricco di tutto il cimitero, ce l’hai fatta quando hai vissuto la vita come volevi, quando hai stabilito relazioni umane stupende, quando hai amato, quando sei riuscito a regalare la felicità e quando te ne stai per andare hai il sorriso sulle labbra.

L’ultima domanda, quella che si ripete ad ogni mia intervista: “L’ Artista per me può definirsi tale perché vive sognando” Quale il sogno dei 30 Denari”
I sogni non sono prerogativa degli artisti, ma forse gli artisti hanno il coraggio di lasciarli andare liberi nel mondo facendoli vivere ed evolvere, magari contaminando altri. 
Il nostro sogno è che si riformi un concetto di scena musicale che smetta questo sterile egoismo, che ci sia un mondo di solidarietà tra band e artisti e che la gente torni a supportare l’arte indipendente. Nessuno si salva da solo ma si cresce tutti assieme! Ci sono milioni di persone che suonano e non vanno a vedere concerti di band della zona che magari sono live a qualche manciata di chilometri. Supportate la vostra scena locale invece che bere l’ennesima birra davanti alla cover band da pub… Con questo, consiglio a tutti di ascoltare le band della nostra zona (Venezia/Treviso) come gli A void Dance, They Die, Valente, Temple beat, The Sade, Magical jukebox e sicuramente ne dimentico molte altre. C’è tanta buona musica originale attorno a noi!