ESSERE TRANS DONNE O SOLO DONNE

ESSERE TRANS DONNE O SOLO DONNE

Autore: Davide Seidita

“E però, come tante donne prima di me hanno già detto, ‘Donna’ non è un concetto nella testa di un uomo. ‘Donna’ non è un cervello rosa, o la passione per le Jimmy Choo e altri criteri profondamente sessisti e che adesso passano per progressisti. In più, il linguaggio ‘inclusivo’, che impone di chiamare le donne ‘mestruanti’ persone con la vulva e simili, risultano umilianti e disumanizzanti per molte donne”.

            Questa è una citazione tratta dal saggio di J.K. Rowling, pubblicata nel 2020 e tradotta in italiano da Alessandra Asteriti. Il suddetto saggio sarebbe dovuto essere pubblicato dalla rivista Il Mulino. Tuttavia, con una lettera di scuse, la stessa si rifiutò di pubblicarla.

            Forse il saggio fu oggetto di censura da parte di chi sostiene il politicamente corretto?

            Credetemi, questa è soltanto una storia che va avanti da diversi anni. La creatrice della saga di Harry Potter, infatti, si è schierata contro la teoria gender e, di conseguenza, contro il pensiero trans e l’identità di genere.

            Ebbene sì, amici miei, avete letto bene. All’apparenza sembra che sia così. Tuttavia, la questione non si attribuisce ad un pensiero razzista nei confronti di chi è diverso. J.K. Rowling porta avanti un’idea, secondo la quale sostiene che il sesso è un fatto biologico e, in quanto tale, le donne trans non possono attribuirsi dietro a questa identità.

            Nel suo saggio, la scrittrice spiega i motivi per i quali è giunta a questa conclusione. Secondo diversi studi di ricerca, l’ideologia gender causa disturbi dell’identità sulla popolazione femminile in età adolescenziale. Uno studio condotto da Lisa Littman, medico e ricercatrice statunitense, analizzò questi elementi sempre di più in crescita. Dopo aver interrogato diverse ragazze, molte delle quali si presentavano anche in gruppi, dichiarandosi apertamente trans, la Littman ha rivelato che si trattava di un fenomeno di contagio sociale.

            In merito a queste affermazioni, cercherò dunque di semplificare le questioni. Da una parte le donne rivendicano il sesso biologico. Dopo anni di torture, di privazioni di diritti, di violenze fisiche e psicologiche che ancor’oggi persistono, il termine Donna non può essere utilizzato alla mercé di quell’uomo che, un giorno, potrebbe svegliarsi una mattina dichiarandosi donna, pur avendo l’organo genitale maschile. Perciò tenete duro, bagni pubblici, perché ciascuno deve stare al suo posto.

            Dall’altra le trans urlano a gran voce il diritto di essere donne. Per anni non considerate, oggetti del desiderio femminile, emarginate dalla società, discriminate. Dopo aver ottenuto il diritto al cambio di sesso, alla sostituzione del nome all’ufficio anagrafe, essere donne è l’ultimo obiettivo di questa lunga disputa. Il tutto, forse, per abolire il bagno pubblico per i non-binari.

            Questi due schieramenti vedono insorgere idee sessiste e, allo stesso tempo, razziste. La Rowling, dopo queste dichiarazioni, ha ricevuto minacce di morte, insulti e molte censure nelle successive pubblicazioni.

            Personalmente, leggendo il suo saggio breve, analizzando per bene le sue motivazioni, non ho letto, o meglio percepito, alcuna forma di discriminazione. Al contrario, lei difende i diritti LGBTQ+.

            Pare che, in questi tempi, il termine razzista venga attribuito con superficialità a chi la pensa diversamente. Pare che, in questi tempi estremamente difficili, si voglia imporre il pensiero unico. Anni fa, i giovani lottavano per la libertà sessuale,  di espressione, di pensiero. Nessuno accusava il prossimo.

            La nuova generazione, invece, lotta per l’imposizione sociale. Tutti devono pensare allo stesso modo. George Orwell si è sbagliato di qualche decennio, ma gli eventi del suo libro 1984 sembrano reali.

            Perciò  non posso fare a meno che domandarmi: è davvero questo che vogliamo per un mondo migliore?