Autore: Antony Russo
La sveglia suona. Il sonno, che tanto ristoratore non si è rivelato, non ha sortito l’effetto sperato.
Si è per l’ennesima volta più stanchi di quando si è andati a letto. Se avete la fortuna di avere persone empatiche attorno a voi, potrete godere perlomeno del silenzio, ma è una speranza vana. Gli individui sembrano carpire proprio quei momenti nei quali i vostri nervi sono talmente scoperti da non riuscire a sopportare nemmeno il rumore di una semplice foglia mossa dal vento e maturare, proprio in quell’istante, il bisogno incombente di parlarvi di qualsiasi cosa. Anche della più stupida. Vogliamo citare coloro che continuano a domandarvi se per caso siete arrabbiati? Domanda, peraltro, che nonostante venga risposto di no, è sistematicamente riproposta diverse volte, sortendo esattamente l’effetto sperato.
Pertanto, nonostante non abbiate voglia e vi siete svegliati con la luna storta (direi altro ma non si può) le parole futili vi piovono addosso, nel tentativo di ignorarle e disincastrarvi da una “rigenerante” litigata mattutina, cercate di ripercorrere nella mente i mille impegni della giornata, perfettamente incastrati tra di loro. Ripassarli rassicura che tutto andrà bene, ignorando che proprio quel giorno il traffico è particolarmente intenso.
Arriverete tardi a lavoro, portando a dire addio per sempre all’idea di riuscire a onorare gli appuntamenti, ma cosa ancor peggiore, fornendo al capo il pretesto per vessarti nuovamente, riempiendo il vostro dolce animo di rabbia repressa. Non potete sfogarvi e dire ciò che pensate, quel lavoro vi serve, altrimenti come farete a sopravvivere.
Arrivati a sera stanchi, nervosi e nevrotici. Qualcuno si avvicina e decidete di sfogarvi. La vostra vita va a rotoli, vedete tutto nero. Incontrate l’amico di sempre o qualsivoglia individuo, con la quale desiderate sfogarvi o magari chiedere un consiglio. Non vi preoccupate, nel 90% dei casi non otterrete ciò che vorrete.
Qualunque persona ha problematiche e soffre un minimo di egocentrismo: non gli interessa sapere i tuoi problemi, ma lagnarsi dei propri.
Accanto a questa triste realtà oggi si ha, inoltre, una scarsa capacità di capire gli stati d’animo altrui e, nonostante questa mancanza, non si fa nemmeno lo sforzo di fermarsi ad ascoltare (ragione per coloro che hanno entrambe questi doni, sono piccoli satelliti attorno cui gravitano qualsiasi genere di persone). Spesso vi è anche la comparsa dei famosi Bias cognitivi, forme di distorsione della valutazione della realtà causata da pregiudizi o concetti preesistenti, difficilmente logici. Il bias contribuisce a fermare il giudizio, influenzando ideologie, opinioni, comportamenti.
L’individuo di fronte a voi, pertanto, avrà ascoltato parte delle vostre parole, le altre purtroppo sono volate via con il vento, laddove l’interlocutore ha iniziato a pensare a quanto parlate o al litigio avuto con la propria fidanzata quel mattino. Dovendo unire i puntini senza che essi siano affiancati dai classici numeri che consentono di disegnare qualcosa di sensato, farà ricorso a frasi tipiche fornendovi opinioni o suggerimenti quando volevate semplicemente fosse mantenuto un contegno silenzioso e viceversa.
Anche qualora la persona che avrete di fronte vi abbia veramente dedicato tempo per ascoltarvi, spesso non ha nemmeno la più pallida idea di cosa dirvi, proprio per mancata capacità empatica e forniscono “le risposte di rito”, in buona fede, ma che sortiscono un effetto completamente contrario. Le parole hanno un peso e influenzano la produzione ormonale del nostro cervello.
Ho individuato grazie ad un video tiktok di Paolo Borzacchiello (il quale sostiene che tali concetti non possono essere oggetto di opinione. Non si può essere contrari. Queste parole sortiscono esattamente reazioni negative nella mente dell’interlocutore), un piccolo estratto del suo libro “Basta Dirlo”, cinque responsi da evitare e che spesso ci vengono propinati, i quali hanno sempre fatto salire il crimine ad ognuno di noi.
“ Tranquillo o tranquilla, vedrai che passa: non c’è niente di peggio che, avendo il cervello pieno di ormoni dello stress, quindi si ha una percezione della realtà abbastanza impegnativa, sentirsi dire qualcosa che nega quella realtà. Il cervello ha delle regole chimiche e ormonali che vanno rispettate
Dai, c’è chi sta peggio: chi se ne frega? (aggiungerei io, con questa logica nessuno dovrebbe lamentarsi, si troverebbe qualcuno che ha da lamentarsi ancora di più);
Devi vedere il bello delle cose: no, quando il cervello è intriso di corticoidi, di cortisolo, di adrenalina, di ormoni dello stess, è progettato per non vedere il bello delle cose, perché vuole proteggersi. Se tu inviti qualcuno a fare qualcosa che non può biologicamente fare, lo fai stare peggio;
Si chiude una porta, si apre un portone: è vero, possiamo migliorare e crescere, ma si chiama senno di poi. Queste cose le sai poi. Si chiamano senno di poi perché ce l’hai poi, altrimenti si sarebbe chiamate senno di prima. Utile ma non in quel momento lì.
È tutto nella tua testa: e certo che è tutto nella tua testa, ogni cosa che abbiamo nella testa è reale, anche se non è vero, quindi che frase è. Lo diciamo come se questo lo rendesse meno significativo”.
Impariamo ad ascoltare ed empatizzare con chi ci circonda e, ulteriore aspetto, abituiamoci a dire la cosa giusta ovvero, cosa che credo sia abbastanza ovvia, ciò che ci aspetteremo di ascoltare di agli altri, evitando, parimenti, quanto ci fa andare in bestia nei nostri momenti neri”.
Se non ne avete avuti e vivete nel mondo dei balocchi, be quella è un’altra storia.