È STATO NEL 2013 CHE SI E’ COMPIUTA LA MAGIA

È STATO NEL 2013 CHE SI E’ COMPIUTA LA MAGIA

Autore: Antony Russo

È stato nel 2013 che si è compiuta la magia. 

Ho da sempre spaziato tra vari generi letterari, non avendone uno preferito. Anzi non mi sono mai nemmeno crucciato per capire se un libro appartenesse ad una categoria piuttosto che ad un’altra. 

Purtroppo, o per fortuna, questo potrebbe essere un difetto oppure no, dipende dai punti di vista, quando seguo la mia e l’altrui fantasia, essendo quest’ultima una modalità con cui l’istanza della nostra personalità inconscia (Es) riesce a comunicare con la nostra parte conscia (io), evito di soffermarmi su regole di categorizzazione che rischierebbero di sporcare lo sfogo della parte primordiale di noi. 

A volte questa vuole dirci qualcosa e altre ha semplicemente bisogno di sfiatare, essendo perennemente costretta da noi stessi e dalle nostre idee di perfezionismo a comprimersi. L’istanza creativa (forza fondamentale detta anche erotica) deve essere lasciata libera di sfogarsi in qualche modo e di venire apertamente interpretata dagli altri. Certo questo è il mio punto di vista. 

È una fortuna che qualcun altro l’abbia pensata come me, del resto, senza presunzione di volermi accostare ai geni vissuti nel corso della storia, se così non fosse stato, avremmo avuto persone che avrebbero continuato a conformarsi senza portare la società ad una qualche evoluzione. 

Una di queste persone è stata proprio Hans Corneel de Roos. 

Ho avuto la fortuna di “incrociare” quest’ultimo grazie ad un particolare tema letterario (ma non solo) che mi ha da sempre affascinato: il vampirismo. 

Ho spaziato tra diversi autori e nonostante Lestat di Anne Rice sia un personaggio che più di tutti sia riuscito ad affascinarmi sin dal primo istante, il mio amore per il Conte non è mai scemato. 

Tutto ha inizio quando il ricercatore Hans Corneel de Roos nel 2013 si è trovato a leggere la traduzione in inglese della prefazione della versione islandese del libro “Dracula” di Bram Stoker effettuata nel 1986 da Richard Dalby (il quale non si è mai posto il problema di effettuare ulteriori verifiche). 

In essa trovò parecchie difformità che lo spinsero a prendere in mano l’intero romanzo e sfogliarlo. Nella prefazione, infatti, per confermare la “veridicità” della storia narrata, viene evidenziato il nesso tra il trasferimento del Conte e una serie di crimini denominati “del Torso del Tamigi”. Nel romanzo, infatti, viene detto chiaramente che il ricordo di tali efferati omicidi “non è ancora svanito dalla memoria del pubblico – crimini che appaiono incomprensibili, ma sembrano scaturire dalla stessa fon te e hanno creato a loro tempo tanto orrore tra la cittadinanza quanto i famigerati omicidi di Jack lo Squartatore, che hanno avuto luogo qualche tempo dopo”. 

Prendendo in mano la versione islandese, traduzione a cura di Valdimar Asmundsson, del romanzo “Dracula intitolata “Makt Myrkranna (I poteri delle tenebre), si accorse che la peculiare difformità presente nella prefazione rispetto alla versione inglese, era presente in tutto il romanzo.

Per chi si è trovato a leggere il romanzo, certo saprà che la storia si sviluppa attraverso pagine di diario. Esso, inoltre, presenta una prima parte nella quale viene descritto il soggiorno di Jonathan Harker presso il Castello Dracula, mentre  la seconda si svolge in Inghilterra dopo trasferimento del Conte. 

La seconda parte, nella versione che tutti conosciamo, è molto più estesa rispetto alla prima. Già a primo occhio il ricercatore de Roos poté notare la presenza di personaggi sconosciuti e la scomparsa di altri, persino di quelli principali (come ad esempio Renfield). All’interno del Castello, ad esempio sembra coabitare con il Conte sua Cugina, in luogo delle tre vampire, nonché  altri personaggi totalmente assenti nella versione Inglese, come la domestica sordomuta,  e  i grotteschi personaggi dai connotati quasi animaleschi appartenenti alla dinastia Dracula. 

Nulla a che vedere con la desolazione che pareva regnare in un castello ormai quasi deserto. 

La seconda parte invece del romanzo “Makt Myrkranna”, rivelatosi alla fine una versione autonoma rispetto a quanto pubblicato in Inghilterra, sembra abbandonare la narrazione romanzata e presenta una conformazione molto più stringata. 

De Roos con l’aiuto degli appunti, già a suo tempo ritrovati, preparatori al romanzo, ha voluto scoprire le motivazioni che avevano portato alla creazione di un romanzo totalmente diverso rispetto a quello effettivamente pubblicato. Anzitutto era da chiarire se vi fosse la connivenza di Stoker  oppure fosse una trovata di Asmundsson. 

A favore della prima tesi vi sarebbero parecchi elementi, come la presenza all’interno di “Makt Myrkranna “di parti, totalmente assenti in “Dracula, però ritrovate negli appunti preparatori dell’autore,  riferite  a circostanze che potevano essere conosciute soltanto dal medesimo. Anche la seconda tesi potrebbe essere plausibile, giacché vi sono spiccati riferimenti al folklore islandese. 

Qualora fosse opera di Stoker, cosa lo avrebbe spinto a pubblicare un romanzo completamente diverso? Era semplicemente curioso di capire cosa ne sarebbe venuto fuori? Voleva far parlare di sé? Oppure era un modo per aggirare la censura (ipotesi poco plausibile giacché ne era un forte sostenitore) o gli stravolgimenti di editing e riuscire a far pubblicare il proprio lavoro nella versione che davvero intendeva pubblicare? 

Senza nulla svelare, in “Makt Myrkranna si potrà ritrovare un Conte completamente diverso da quello conosciuto attraverso le pagine di “Dracula. Non  avremo di fronte un Vampiro desideroso di trasferirsi al fine di trovare più facilmente di cui nutrirsi, ma di un aristocratico libertino sessualmente, nonché stratega politico deciso a sovvertire il potere. 

Non è un cacciatore solitario una volta giunto nella sua residenza di Carfax, ma piuttosto un nobile, conscio che sesso e potere siano collegati tra loro, che vuole radicarsi nella società inglese, dando lussureggianti feste. 

Persino Thomas (non è un errore, cambiano persino i nomi) Harker durante la sua permanenza presso il Castello prova una fortissima attrazione per la cugina di Dracula, rendendo il messaggio erotico sotteso più rozzo, piuttosto che allusivo e sensuale come lo era nel romanzo in cui tutti ci siamo cimentati leggendolo.  

De Roos sembrava esser giunto a buon punto del percorso, se non avesse deciso di allargare la ricerca ad altre eventuali traduzioni del libro, giungendo in Svezia, ove sono state pubblicate addirittura due diverse versioni del romanzo, quivi intitolato”  Mörkrets makter” (sempre i poteri delle tenebre). 

Uno parrebbe una versione completa del testo alternativo (quindi ancora più lunga di “Dracula, giacché sviluppa anche compiutamente la seconda parte del romanzo). 

Makt Myrkranna sembrerebbe aver preso spunto dall’altra versione, quella risultante dalla “traduzione” da parte di un misterioso “A -e”. Essa veniva pubblicata periodicamente su un quotidiano. Non avendo riscontrato allora successo, però, era stato deciso di riassumere la seconda parte. Parrebbe così più chiaro il perché la parte londinese del romanzo nelle versioni alternative  appaia così scivolosa.

Quella ancor più lunga, cosa ci riserverà? Dovremo attendere, purtroppo, il lavoro di de Roos, potendoci crogiolare nella lettura di “Makt Myrkranna