Autore: Antony Russo
Ti ritrovi davanti allo specchio ed osservi la tua immagine riflessa per sincerarti di non aver nulla fuori posto.
Cosa può esserti sfuggito le prime 3000 volte che hai contemplato te stesso?
Il rischio è quello di cambiare outfit per la quarta volta: “no, questa volta sono convinto” pensi, cercando di autoconvincerti. Ottimo metodo per zittire preventivamente la vocina pronta a insinuare qualsivoglia dubbio nella tua mente.
Il cuore ha iniziato ad accelerare lentamente, a mano a mano che le ore passavano e si avvicinava il momento tanto atteso. È un fenomeno unico, ove ci si sente sicuri, ma non troppo.
Si torna ad essere quasi adolescenti, per chi non lo è più ovvio. Il cervello viene effettivamente bersagliato da bombe ormonali, capaci di provocare emozioni simili a quelle scaturenti da un sogno amoroso adolescenziale.
Il corpo è conscio di quanto sta per accadere: se tutto andrà bene quelle sensazioni diventeranno ancora più stabili, trasformandosi in sentimenti. L’inizio della favola, quell’inebriante esperienza chiamata innamoramento.
Ripassi mentalmente quanto potrà accadere, concentrandoti, soprattutto, sulle conversazioni da intavolare. “Non devo risultare banale, devo riuscire a sembrare tanto interessante da spingere chi mi troverò di fronte ad accettare un nuovo invito, dovrà volermi rivedere”.
Hai aperto una decina di volte manuali sul linguaggio del corpo, ripassando concetti già assorbiti. Lo fai per sentirti più sicuro. La speranza è quella di individuare segnali di chiusura e apertura capaci di indicarti la retta via e direzionare correttamente la conversazione.
La mente, però, quasi beffardamente, viaggia a ritroso senza alcun controllo, focalizzandosi su quanto accaduto anni prima. Una battuta fuori posto e una serata fantastica si era trasformata in un incubo. In pochi istanti, con una frase, ti sei giocato ogni possibilità.
Sblocchi il cellulare per controllare l’orario: se vuoi arrivare in tempo all’appuntamento devi partire entro pochi minuti. Ormai, però, il germe del dubbio si è insinuato nella mente, devi assolutamente documentarti. Manca poco devi affidarti ad un mezzo veloce: hai in mano quell’aggeggio e aprendo il browser digiti “Cose da non dire al primo appuntamento”.
Hai ripetutamente sbagliato a digitare a causa di quelle maledette mani pervase da un leggero tremore causato dall’emozione. Per non parlare del cellulare: queste diavolerie elettroniche paiono fiutare benissimo l’urgenza, decidendo di smettere di collaborare.
Sei arrivato qui, innanzi a questo articolo, nella speranza di scoprire il decalogo perfetto che possa sviscerare in pochi punti quali siano i passi falsi da non commettere.
Voglio accontentarti.
La prima regola è non parlarle mai degli ex: è una pessima idea persino quando si vuole lodare, con un confronto, la persona che si ha di fronte. Parimenti, non chiedete ad essa informazioni sulle sue relazioni passate.
Non soffermarti troppo sul lavoro e carriera, parrebbe che l’interesse sia rivolto alla sfera economica.
È necessario evitare commenti negativi su abbigliamento e forma fisica, ma, parimenti, limitare i complimenti. Potrebbero apparire eccessivamente falsi.
Non bisogna mostrarsi insicuri: questione non soltanto legata all’atteggiamento, ma anche alle parole proferite. Non si devono pretendere conferme su un futuro appuntamento o sulla serietà delle intenzioni dell’altra persona. Ulteriore passo falso è apparire troppo sicuri di sé.
Mai parlare di matrimonio, figli o palesare i propositi di quell’incontro. Detto in altri termini non è opportuno confessare i propri intenti “puerili e avventurieri” ovvero “lodevoli e duraturi”.
Mi sentirei di completare questo breve vademecum parlando di gelosia, non mostrate di esserlo eccessivamente, è sufficiente un briciolo, per non apparire eccessivamente menefreghisti.
Potrei aggiungere decine di consigli su come comportarsi. Quanto sarebbe lesivo l’eccessivo egocentrismo? Il continuare a parlare di sé, senza lasciare spazio all’altra persona di emergere, raccontare e farsi conoscere, non è un buon biglietto da visita. Dall’altro lato, mai chiudersi a riccio e lasciar parlare troppo chi ci accompagna, sa di scarso investimento emotivo.
Mi potrei divertire a battere su questa tastiera un elenco infinito di banalità.
Si hai letto bene: le considero un insieme di insulsaggini.
Non esistono tattiche, non esistono barbatrucchi. Offrite voi stessi, con errori, frasi sconnesse, ma siate genuini.
Le tattiche appaiono sistemi utili quando si è bramosi di un’avventura, di una conoscenza dalla vita breve.
Altrimenti non aver timore ad offrire quel che siete, senza magari svelarvi del tutto rendendo il tutto più accattivante e intrigante, ma quel poco che decidi di mostrare deve rappresentare voi.
Fingere serve a poco. Quel che sei apparirà con il tempo: meglio una serata rovinosa, che una rovinosa storia destinata a morire.
La persona che aspetti, quella “giusta”, potrebbe essere proprio quella che scoppierà a ridere davanti ad una frase raggelante. Quella che la farà innamorare quel “cicinin” di più di te.