Autore: Sabrina Fava
Erano anni che le mie mani non stringevano più la copertina di un romanzo romance, avevo inconsciamente deciso che fossero tutti la fotocopia l’uno dell’altro, che non avessero niente di nuovo da raccontare. Semplici e pure storie per adolescenti in cui l’utopia è il motore principale, e magari un po’ di veridicità data dal motore elettrico ausiliario, sapete per avere più coppia in partenza e far mangiare la polvere agli avversari. Ciò che ho appena detto vi fa capire chi sono io. Una ragazza cresciuta a latte artificiale, storie d’amore e motori. Ora mi è rimasta solo l’auto con una bella cavalleria sotto al cofano, il resto è andato a p*****e.
Dopo questo preambolo possiamo tornare a noi… ho fissato con attenzione il libricino di Antony, perché diciamocelo non è un mattone alla King, ma è una piccola perla condensata in poche più di cento pagine. E ripeto, una PERLA. Lui mi aveva detto: “Preparati Sabrina, piangerai” ed io gli avevo risposto: “Io? Piangere per un romance? Ma figurati!” E diamine questo ragazzo aveva ragione, ho pianto e non poco. Non perché la storia sia dannatamente devastante, perché credetemi lo è, ma perché emana un puro senso di quotidianità, di comprensione. Dopo poche righe mi sono catapultata nel mondo de “L’amore oltre l’eterno addio”, sono divenuta Melissa ancor prima di rendermene conto e mi sono chiesta: “Ma questa sono io, come ha fatto a descrivere esattamente me?”
Perché Antony fa questo, prende tutto ciò che lo circonda: passione, dolore, amore e tristezza, li stringe nel pugno e fa fluire dalle dita parole di una profondità soverchiante, facendoci diventare i protagonisti del suo libro, facendoci vivere la vita di qualcun altro o forse è proprio la nostra?
E mi ha distrutto, ve l’assicuro. Senza troppi scambi di battute, con una descrizione al limite del necessario, ma con un’introspezione che è il fulcro del romanzo, approdiamo in un mondo crudele e bellissimo. Questo è un libro in cui le cose vanno come devono andare, in cui però qualcuno sarebbe dovuto intervenire per farle andare come avrebbero realmente dovuto. Una storia d’amore vera, una storia d’amore che fa sanguinare il cuore. Una storia d’amore che sarebbe potuta andare diversamente se solo il maledetto orgoglio non avvelenasse il cervello di noi stupidi umani, ottenebrando il cuore.
E che dire? Ora mi tolgo il cappello e non posso far altro che complimentarmi con Antony Russo. Non pensavo, non avrei mai creduto di innamorarmi nuovamente dell’amore impresso su carta, non credevo che con poche parole potesse essere in grado di trasmettere così tanto.
Mi sono sbagliata e sono felice di averlo fatto.