Autore: Sabrina Fava
Piccole librerie indipendenti e colossi come Mondadori, Feltrinelli, Giunti hanno gli stessi prodotti in vetrina? Esiste ancora il sostegno alla piccola editoria? Vengono messi in vendita nuovi prodotti di qualità o solo prodotti che assicurano la vendita? Come attirare l’attenzione dei lettori?
Le librerie sono gremite di romanzi, saggi, raccolte di racconti, raccolte di poesie e compagnia cantante. Il culto dell’estetica è ormai un’istituzione, il che obbliga a una certa cura alle copertine di ogni pubblicazione. Opache o lucide. Con alette o senza alette. Copertina rigida o copertina flessibile. Colorate e ricche di dettagli. In bianco e nero e minimaliste.
Si sa che in un’epoca in cui gli scrittori superano di gran lunga i lettori per un nuovo autore farsi notare in mezzo alla folla è come entrare nell’arena dei gladiatori. Chiunque potrebbe perire sotto la lama di un soldato e venire dimenticato per sempre. Libri su libri abbandonati a loro stessi, raccogliendo polvere, per poi essere spediti al…(macero, Creatore…) così, il ciclo di una vita poco dignitosa. La carta da macero prodotta dal sacrificio dei meno ambiti verrà poi utilizzata per la stampa di altri libretti tutta copertina e niente sostanza? Probabile. Inoltre per la gioia dell’Accademia della Crusca, non sono solo le copertine o “cover”, come si usa dire oggi (perché l’inglese “fa più figo”), ad attirare l’attenzione ma soprattutto i titoli.
Per sbaragliare la concorrenza le nuove pubblicazioni hanno deciso di accecare il mercato del libro con titoli accattivanti. “Accattivanti” come sinonimo di “volgari”, “eccessivi”, “fuori luogo”. Le parole preferite sembrano quelle che iniziano per C, c*zzo di qua e c*cca di là, c*lo a destra e c*glione a manca. Anche le parole che iniziano con F come f*ga e f*ttuti sembrano andare piuttosto forte. In una combinazione mortale che farebbe invidia alle migliori mosse di Tekken (serie di videogiochi giapponesi prodotti dal 1995) questi “titoli attira pubblico” sono la cornice di pubblicazioni sull’auto-aiuto. Forse bisogna incazzarsi per tirare fuori gli attributi e affrontare la vita a testa alta?
È vero che “business, no emotions” ma non esageriamo! Per attirare l’attenzione è davvero necessario utilizzare parole di cattivo gusto o è solamente un modo più semplice per farlo?