Autore: La Redazione
Estratto
«Tu Erida, tu! Uccidilo ora!»
«Chi siete? Voi chi siete?» domando con voce flebile. «Siamo noi, i sogni uccisi.»
Poi voci diverse:
«E noi siamo i sogni feriti».
«Non posso. Non ce la faccio, io sono troppo debole… debole debole…»
«Ti aiutiamo noi» mi dicono i sogni feriti. «Insieme a te tireremo quella catena. Colpiamolo con la sua stessa arma.»
«Il nostro sangue lo ubriacherà,» mi dicono i sogni uccisi «e saremo noi che gli offuscheremo la vista. Colpiscilo, dai!»
Non so dove trovo il coraggio ma a un tratto divento forte. Mi alzo in piedi, afferro la catena tra le mani e lo colpisco con violen- za mentre urlo: «Muori maledetto, muori!»
Colpisco ancora e ancora finché non lo vedo crollare a terra morto.
Anch’io cado per terra sfinita mentre una luce opaca illumina il cielo. Mille mani mi salutano mentre si allontanano e sfumano volando verso altri universi. Capisco: sono i fantasmi dei sogni morti che ormai liberati possono riposare in pace.
Raccolgo intorno a me i miei sogni feriti.
«Avrò io cura di voi» dico loro con affetto.
Piano piano sento la vita rinascere in quel deserto, ancora fragile ma con la forza e la voglia di riprendersi il diritto di esistere.”
Trama
Perché “Riflessa in uno specchio rotto”? Perché l’autrice, al suo arrivo in Italia dall’Albania, ha deciso di dimenticare il suo travagliato passato, dimenticare gli anni di sofferenza, dimenticare quella parte di sé così duramente messa alla prova dalla vita in un paese prima oppresso da una dispotica dittatura e poi da una turbolenta e instabile democrazia. Una terra devastata da conflitti sfociati poi nella guerra civile da cui, a ondate, in tanti sono fuggiti ma non tutti, purtroppo, riuscendoci.
Voleva guardare avanti, Erida, vivere un presente sereno, costruire un bel futuro per sé e la sua famiglia e così sta facendo a Mogliano Veneto dove vive e lavora con il marito e i due figli.
Solo dopo aver metabolizzato e incapsulato il triste passato si è sentita in grado di poter sollevare quel velo che aveva volontariamente deposto, e potersi rivedere. Nei brani raggruppati ne “Lo sciamano” descrive proprio questo momento, traumatico e all’inizio quasi rifiutato.
È costretta a guardarsi allo specchio, lo specchio della sua memoria nascosta, nel quale vede se stessa nella sua vita precedente. Accetta questa sfida, si sente ora pronta a riguardare il film di quegli anni, ma il suo ricordo è come uno specchio rotto che non le restituisce un’immagine integra ma solo frammenti. Frammenti che lei esamina e riveste ciascuno di una propria personalità, creando per ogni storia un personaggio diverso plasmato sulla matrice comune dei suoi ricordi.
Grazie a queste tristi storie, a questi sofferti personaggi, l’autrice ci racconta di sé e di un popolo a noi vicino ma, allo stesso tempo, così poco conosciuto, che è l’Albania.
Tema del libro
Questo libro è una raccolta di racconti, divisa in sezioni.
Comincia con un racconto introspettivo dalla VITA IN ITALIA, che narra di come il nostro passato condiziona il presente.
Parla della dittatura e tutto il male che porta dietro un regime totalitario.
Ci racconta della condizione della donna in Albania, una società tutt’oggi patriarcale.
La vita dei giovani, i loro sogni, il bullismo e tutto ciò che si nasconde dentro le anime turbolenti delle persone ritenute problematiche.
La guerra civile, i morti senza criterio, senza una regola.
Parla dell’emigrazione, dei pregiudizi con i quali ha dovuto imbattersi una volta qui in Italia.
Parla delle radici, di quella voglia di tornare nel suo Paese, ma rendendosi conto che la vita ormai la costruita qui, dov’è il futuro suo e dei suoi figli.
Parla dell’amicizia, dell’amore, della speranza. Un libro che per quanto tragico in certi versi, alla fine trionfa la vita.
Chi è l’autore
Erida Petriti è nata in Albania, dove ha vissuto fino al compimento dei 22 anni. Vive in Italia, precisamente a Mogliano Veneto dal 1997. Amante della lettura e della scrittura, entrambi terapeutiche per rompere la monotonia e i tabù che portiamo dentro. Lettrice ad alta voce del gruppo moglianese “Quante Storie”. Scrittrice di diversi racconti, alcuni dei quali premiati in vari concorsi e pubblicati nelle relative antologie: nel 2021 è una delle vincitrici del concorso “Racconti dal Veneto” con lo scritto “L’ultimo regalo di un addio”.
Nel febbraio 2022, con il racconto “Mai dire mai”, ha vinto il terzo posto nel concorso “Come NON uccidere l’amore” organizzato dalla casa editrice Pav Edizioni.
Maggio 2022 vince sempre il terzo posto al Festival Letterario di Budrio/ Bologna con il racconto storico autobiografico “La rivolta dei sogni” e a luglio di quest’anno vince il premio “Emozioni” nella seconda edizione del concorso “Come NON uccidere l’amore” sempre della casa editrice PAV edizioni.
Nel 2022 sono usciti i suoi due libri “NEL MURO. La leggenda della sorgente lattea di Rozafa” casa editrice Balena Gobba e con la postfazione dello scrittore Roberto Masiero,
e a dicembre il suo secondo libro, “Riflessa in uno specchio rotto” una raccolta di racconti che viaggia tra l’Albania e Italia, spaccati di vita vera, edito dalla PAV Edizioni con la prefazione del giornalista/scrittore Valerio Di Donato.
Questi giorni ha firmato un contratto sempre con la casa editrice Pav edizioni per un romanzo rosa, ma che l’autrice, per scelta sua, userà lo pseudonimo. Se volete scoprirlo, basta leggere tutti i libri della collana Spicy Romance.
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