Autore: La Redazione
I Figli degli Altri
Estratto
“Poche sensazioni amplificano la realtà come il dolore. La gioia è superficiale, sbarazzina, effimera, smemorata; sei felice e tanto ti basta. Il dolore invece è profondo, riflessivo, attento. Se c’è qualcosa che ti fa soffrire, esso di certo troverà il modo di mettertelo davanti agli occhi. Giada si voltava intorno e vedeva solo donne incinte; di sicuro erano lì anche prima, con i loro occhi sognanti, le mani protettive appoggiate sul grembo, ma lei non le vedeva, non le importava; un tempo pensava che anche per lei sarebbe arrivato quel momento, non la faceva soffrire… ma ora che le notava, ogni mano protettiva appoggiata su un ventre gonfio era una stilettata nel suo grembo vuoto […].
Anche i social network erano diventati uno stillicidio: non si poteva accedere a Facebook senza imbattersi in un coacervo di pancioni, nascite, felicitazioni, ecografie… e poi c’erano quei post; quelli che iniziano tutti allo stesso modo: «solo chi è mamma può capire…» e a seguire la banalità dell’ovvio, dello stucchevole, dello sdolcinato. Non era tanto il contenuto del post che la feriva e tantomeno tributava grande considerazione all’intelligenza da social di chi scriveva o condivideva determinati commenti; no, quello che la feriva era l’insensibilità. Era il messaggio strisciante che s’insinuava nella mente: se non sei madre non conosci l’amore. Se non sei madre sei una donna a metà. Se non sei madre sei senza uno scopo, senza un senso. Le donne possono diventare medici, scienziate, astronaute, premi Nobel… ma saranno complete sempre e solo se saranno madri. E avevano un bel dire, le altre donne, che non è così, che i tempi son cambiati. Lo dicevano le altre donne. Quelle che i figli li hanno. Quelle che scrivono questi post su Facebook. Lo dicevano e lei si sentiva sempre più un ramo secco in un mondo di primavere.“
Trama
Una vita perfetta, quella di Giada: è un’affermata neuropsichiatra infantile, ha una famiglia solida alle spalle e l’amore con Leonardo a coronare il tutto. Ma la vita presenta il conto e a infrangere quella perfezione arriva, inaspettata e dolorosa, la mancata maternità. Un desiderio che forse Giada non sapeva neanche così forte ma che, tra le speranze e le illusioni della fecondazione assistita, la trascina in un vortice di dolorosa impotenza, nel quale vengono risucchiate la sua vita e i suoi affetti. Giada deve trovare dentro di sé la forza, allontanarsi da un presente per la prima volta inaccettabile, e decide di rintanarsi in un luogo che la aiuti a ritrovare sé stessa e accettare un destino che le impedisce la felicità. Tra ricordi e scoperte, nella casa di campagna in cui ha passato le sue estati di bambina, Giada si troverà ad affrontare una situazione nuova ed inaspettata quando la sua vita si intreccerà con quella di Matteo, un bambino di nove anni che entra, in punta di piedi, nella sua vita: cosa nasconde la madre del bambino? Quale segreto cela quella famiglia così anticonvenzionale? Ma soprattutto: Matteo è in pericolo?
Tema del romanzo
In questo romanzo si affronta un tema attuale, quello della genitorialità mancata e del percorso (clinico e umano) alla ricerca di un figlio; è stato definito un romanzo toccante, in grado di portare il lettore dentro la sofferenza di Giada e Leonardo, che diventano simbolo di tutte le donne e gli uomini che affrontano questo percorso; con loro si guarda dentro le proprie paure, il crollo delle aspettative e si fa il conto con l’ impossibilità di realizzare il desiderio più grande e, forse, più umano. Non c’è solo questo, però, nel romanzo: alla vicenda di Giada si incrocia quella del piccolo Matteo e qui la storia si arricchisce di nuove emozioni e nuovi spunti narrativi, fino ad arrivare al finale, che porta con sé un messaggio di speranza e una nuova prospettiva sul futuro.
Chi è l’autore
Sono nata a Genova, il 10 maggio 1981 e qui vivo ancora, con mio marito Claudio e i miei bimbi, Tommaso e Arianna. Sono insegnante di scuola secondaria di I grado e l’insegnamento è la mia prima e più grande passione, tramite il quale cerco anche, tra le altre cose, di trasmettere ai ragazzi e alle ragazze la passione per la lettura e la scrittura.
Ho scritto il mio primo racconto in prima elementare, appena imparato a scrivere; ricordo che trattava di una stellina e ricordo anche che la trama si era sviluppata in modo completamente diverso, mentre scrivevo, rispetto a quello che credevo di avere nella mia testolina di bimba. È sempre stato così, con i miei personaggi: scelgono loro dove andare e cosa fare, io mi limito a dar loro voce.
La scrittura (insieme alla lettura) mi ha sempre tenuto compagnia, valvola di sfogo e momento di relax in ogni fase della mia vita: ho scritto racconti, romanzi, poesie sempre per il puro piacere di scrivere.
Nel 2004 è stato pubblicato un mio saggio di critica letteraria, “I sentieri di Ea”, sulle opere di J.R.R.Tolkien, mentre “ I figli degli altri” è il primo romanzo che viene pubblicato.
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