Autore: La Redazione
Il ponte del diavolo
Estratto
“Susan sorride portandosi il calice alla bocca per un piccolo sorso di vino. Mentre sposta appena il capo all’indietro, mi riserva l’onore di un lungo tuffo nel verde dei suoi occhi, ancor più vivo e profondo alla luce del giorno.
«E quindi tu e Luca pensate che io abbia avuto una notte di passione con il nostro professor Raimondi e che magari sia stata la moglie a organizzare il tutto?»
Perché ho la sensazione che dovevo aspettarmelo? Questo diavoletto rosso mi ha messo a mio agio, è passata al tu, mi ha mostrato tutta la sua passione per lo studio e ora, all’improvviso, la stoccata, diretta, senza alcun pudore. Provo a rispondere simulando la massima calma. «No, Susan, noi non pensiamo nulla di tutto questo. Stiamo solo cercando di prepararci al meglio al confronto con la controparte che di sicuro vorrà presentare la realtà nel modo peggiore possibile. Per il
professore, ovvio.»
Non male, poteva andare peggio. Susan torna a sorridere, ma stavolta si dipinge sul suo viso una sfumatura differente da prima. Non serve che lo dica a parole, le si legge chiaramente in volto quello che pensa e non credo che mi conceda nemmeno il beneficio del dubbio ma, con eleganza, sceglie di non affondare troppo il colpo. Lo apprezzo.
«In ogni caso, Daniel, credo che anche la tua specializzazione abbia molto in comune con la mia.»
Non voglio chiedermi a quale sua particolare specialità si riferisca. Per mia fortuna mi toglie subito ogni dubbio.
«In fondo anche tu hai a che fare con la storia delle persone. Di cosa è fatta la storia, se non di relazioni tra uomini, di scelte, di amore e di morte?»
Mi arrendo. Continua a comandare lei il gioco e prosegue senza esitazioni nel suo ragionamento.
«Anche io nei primi anni dell’università ho fatto un paio di esami di psicologia. Sai, possono servirmi quei crediti per insegnare. E mi ricordo una cosa che mi ha colpito molto. Oggi, alla luce dell’esperienza che mi sono fatta, penso che sia proprio vera. Non ricordo quale teorico sostenesse che tutte le relazioni famigliari devono essere considerate in una prospettiva che abbracci almeno tre generazioni. Sei d’accordo?»
La sua non è una vera domanda o almeno lei non si aspetta una risposta perché si alza e prende da terra la sua borsetta. Credo che il nostro aperitivo sia finito qui. C’è solo il tempo perché Susan prenda un piccolo biglietto da visita e, chinandosi sul tavolino, scriva sul retro quello che ha tutta l’aria di essere un numero di telefono. Forse vuole essere sicura che io conosca il suo recapito nel caso Luca non me lo abbia comunicato.
«Tieni, Daniel, se hai voglia di fare due chiacchiere o anche solo per un po’ di compagnia, chiamami. Sei simpatico.»
Prendo il cartoncino che mi porge e lo infilo nel portafoglio mentre lei, regalandomi una nuova versione del suo sorriso, senza aggiungere altro, si volta e si allontana lungo il portico. Dopo una decina di passi si gira, confidando di incontrare il mio sguardo, e con il solo movimento delle labbra, pronuncia quello che ha tutta l’aria di essere un “grazie”.“
Trama
Perchè Adolf Eichmann si nasconde per più di un anno nel primo dopoguerra in uno sperduto paesino dell’alto Appennino reggiano? Cosa lo lega al misterioso Ponte del Diavolo, un enorme monolite di roccia sperduto nei boschi delle montagne vicine?
Daniel Moretti, giovane psicoterapeuta senza troppe ambizioni cliniche, viene coinvolto in una vicenda familiare che, dietro il più banale dei tradimenti coniugali, nasconde una fitta trama di eventi con radici lontane nel tempo che lo porteranno a fare i conti, attraverso un’indagine del tutto personale, con le vicende del famigerato gerarca nazista, un efferato omicidio e la storia di una vendetta covata per anni.
Con l’aiuto di amici fidati, nonostante i postumi del coronavirus e una vita sentimentale turbolenta, il giovane Daniel riuscirà a fare luce su uno dei misteri ancora irrisolti del dopoguerra e scoprirà quanto sia davvero demoniaca la tentazione.
Tema del romanzo
La prima ispirazione per il soggetto del mio libro è nata quando ho scoperto come sembri ormai certo che Adolf Eichmann si sia realmente nascosto, nel primo dopoguerra e per più di un anno, in uno sperduto paesino dell’alto Appennino reggiano, Case Balocchi.
Con il mio romanzo ho cercato di trovare una spiegazione plausibile della presenza del criminale nazista sulle nostre montagne, proponendo al lettore una ricostruzione delle vicende storiche che si inserisce in una complessa vicenda famigliare che ha radici nel passato, ma che trova il suo compimento solo ai giorni nostri.
Lascio al lettore il piacere di scoprire cosa lega tutto questo al misterioso Ponte del Diavolo, un enorme monolite di roccia sperduto nei boschi delle montagne del vicino Appenino modenese e come il protagonista, Daniel Moretti, giovane psicoterapeuta senza troppe ambizioni cliniche, venga coinvolto in prima persona in un’insolita indagine che, dietro il più banale dei tradimenti coniugali, nasconde una fitta trama di eventi che lo porteranno a fare i conti con le vicende del famigerato gerarca nazista, un efferato omicidio e la storia di una vendetta covata per anni.
Con l’aiuto di amici fidati, nonostante i postumi del Covid e una vita sentimentale turbolenta, il giovane Daniel riuscirà a fare luce su uno dei misteri ancora irrisolti del dopoguerra e scoprirà quanto sia davvero demoniaca la tentazione di preferire un’attraente menzogna all’apparente banalità del vero.
Chi è l’autore
Cristiano Bondavalli, nasce a Reggio Emilia il 20 aprile 1972.
Laureato in psicologia presso l’Università degli Studi di Padova, è da sempre impegnato nel campo dei servizi socio educativi.
Sposato, ha avuto l’immenso dono di un figlio che è nato proprio pochi giorni prima della pubblicazione del suo primo romanzo, “Il ponte del Diavolo” (PAV Edizioni, 2021).
È da sempre appassionato lettore e solo di recente ha scoperto quanto sia divertente scrivere.
È appena uscito il suo secondo romanzo (“Prigioniero della libertà” sempre pubblicato da PAV Edizioni) nel quale continuano le vicende dei protagonisti de “Il ponte del Diavolo”.
Fra un romanzo e l’altro si cimenta nella produzione di racconti brevi con i quali ha anche partecipato con soddisfazione ad alcuni concorsi ottenendo ottimi riscontri.
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