Autore: Silvia Vercesi
Avrete notato che ultimamente togliere il tappo dalle bottigliette di plastica è diventata un’impresa?
Inizialmente pensavo fosse un difetto di produzione, prima di una singola bottiglietta, poi di un lotto intero poi… forse di più lotti? E poi non sola l’acqua, ma anche le bibite gassate… e no, qui sta succedendo qualcosa… ma poi non si raccoglievano a parte i tappi? Il mistero si infittisce… e nel frattempo avevo già: litigato per togliere il tappo riuscendoci, ma con molta fatica e aiutandomi con una chiave, versare l’acqua schizzando in giro in quanto il contenuto rimbalzava sul tappo, cercare di mescere l’acqua tenendo il tappo fermo con le mani, alla faccia dell’igiene.
Rigiro la bottiglia ed ecco una breve spiegazione, e così finalmente capisco quello che cominciavo a sospettare, ed ecco anche un QR Code, lo inquadro e un video spiega come il tappo va rigirato in modo da “non disturbare le operazioni di travaso”.
Ecco finalmente svelato l’arcano e trovata la modalità per un corretto utilizzo.
Non paga, cerco anche qualche notizia in rete e ho la conferma di quel che cominciavo a sospettare, c’è lo zampino dell’Europa. E così apprendo che, secondo quanto stabilito dalla direttiva europea SUP “Single-Use Plastic” 2019/904, sulle plastiche monouso, a decorrere dal 3 luglio 2024, le bottiglie fino a 3 litri di volume potranno essere commercializzate solo se il tappo di plastica rimane attaccato alla bottiglia stessa dopo l’apertura, per evitarne la dispersione nell’ambiente, agevolare la raccolta differenziata e contrastare l’inquinamento da microplastiche.
Ecco svelato così il mistero alla fine, ma intanto vicino a me continuo a vedere gente faticare per togliere quel tappo, che invece dovrebbe rimanere attaccato…
Nel frattempo però noto che nelle ultime bottigliette aperte il tappo si toglie più facilmente, sono sempre più perplessa… ma intanto… beh, bevo!