CARNIVORI PER SCELTA

CARNIVORI PER SCELTA

Autore: Lorenzo Grazzi

Abbiamo un bel problema noi che viviamo nel 21° secolo: ci piace la carne. Non parlo di cose scabrose, ma di carne carne… quella del supermercato, per intenderci.

Un bel problema perché pare che non sia più sostenibile: colpa che siamo in troppi per questo pianeta, colpa che c’è il surriscaldamento globale e l’acqua scarseggia così come il foraggio per nutrire gli animali, colpa che i prezzi sono in lento ma costante aumento. 
Insomma, la carne sta per diventare un lusso per pochi (almeno quella di qualità) e rimane un problema per un pianeta che arranca.

Le soluzioni sono molteplici: la svelta vegana (o almeno vegetariana), è la prima ipotesi, ma per i carnivori convinti non è certo un fiesta, specie se devono sostituire una fiorentina con il seitan.
Allora si trova qualcosa di alternativo, carne d’insetto: nutriente e dai bassi costi produttivi sembra la soluzione giusta… ma vuoi mettere la fiorentina con una manciata di cavallette?

La soluzione arriva dalla biologia, la cosiddetta “carne in provetta”, ossia quella realizzata all’interno di laboratori.

Avete fatto la faccia schifata perché voi non manciate cose cibo in provetta! Vi siete indignati perché voi aborrite gli OGM! Avete fatto il segno della croce perché in casa vostra entrano solo alimenti naturali!

Calma, calma… si rischia di fare confusione. Per quanto “carne in provetta” possa far pensare a qualcosa di innaturale, si tratta di un alimento ottenuto a partire dalla moltiplicazione di cellule di carne normalissima. Si ottengono in questo modo dei tessuti che sono assolutamente naturali e del tutto identici a quelli che trovate al supermercato.

Non si tratta di niente di affine agli OGM e meno ancora qualcosa di innaturale, o meglio, niente di più innaturale di una protesi.

Lo stesso procedimento viene impiegato per rigenerare i tessuti in caso di ustioni.

Ma allora perché viene considerata un pericolo per la salute? Ah, questo lo dovreste chiedere a chi addita questo prodotto come l’unto del diavolo perché non risulta nessun pericolo per la salute segnalato dalla scienza… e come potrebbe? È semplicemente una carne normale moltiplicata in laboratorio!

Ci siamo strafatti di qualunque cosa, dalla mucca pazza (ricordate quando per abbassare i costi di produzione i bravi allevatori avevano cominciato a nutrire le vacche, animale erbivoro per definizione, con farine animali?), all’aviaria (dalla quale si vocifera sia poi arrivato l’amico covid), tutti segnali che il pianeta non ce la fa più a sopperire ai nostri capricci. 

Ci abbuffiamo di hamburger di qualità talmente scarsa che nemmeno i ratti da laboratorio se li mangiano, eppure, davanti alla “carne in provetta” rimaniamo orripilati, legati a un’idea di alimentazione che non esiste più e che non è più praticabile.

Siamo sicuri di vivere la nostra vita? O piuttosto siamo attaccati a un’idea di vita che non esiste e che rischia di avere ripercussioni enormi sulla nostra quotidianità? Ma, soprattutto… oltre a lamentarci, cosa siamo disposti ad accettare per sopravvivere?