BISOGNO DI CONTATTO

BISOGNO DI CONTATTO

Autore: Lorenzo Grazzi

Questa mattina hai aperto gli occhi quando la sveglia ha cominciato a trillare. Sei andato in bagno mentre la macchinetta elettrica preparava il tuo caffè nel formato che più ami. Hai acceso il telefono e ti sei aggiornato sulle novità della notte. Forse hai anche chiesto a qualche assistente vocale di prendere nota di alcune cose che ti sono venute in mente e hai impostato le scadenze. 

Se la domotica è la tua passione avrai senz’altro programmato aspirapolvere, riscaldamento, lavatrice, lavapavimenti e asciugatrice in modo da trovare tutto fatto quando rincasi dal lavoro.

Il lavoro, eccolo lì… sei arrivato, hai acceso il pc e fatto una rassegna stampa delle principali testate di tuo gusto, una scorsa a FB, a Ig e TikTok, una mezzora per dare un’occhiata a Whatsapp e Telegram e poi via verso la giornata.

Uscito dal lavoro sei troppo stremato per andare a fare la spesa, meglio ordinarla online e, visto che ci siamo, ordiniamo anche qualcosa per cena… Glovo? Ma no dai, prenotiamo con The Fork in quel ristorante carino. Ma fanno anche le consegne?

Una giornata a consumarsi gli occhi per fare meno cose possibili, interagire con più persone senza mai un contatto umano (perché quelli sono belli, ma sai che fatica andare a fare la spesa? Poi la cassiera è sempre antipatica e tu non vedi l’ora di toglierti le scarpe e aspettare che qualcuno che non farai nemmeno entrare in casa ti porti una cena già cucinata da qualcuno che non hai idea di che faccia abbia. Ah, ma noi siamo per la tradizione!).

Se stai leggendo questo articolo probabilmente lo fai attraverso uno schermo (tablet, smartphone, pc o chissà che altro).

Un mondo che assomiglia molto a quello dei Jetson dei cartoni animati, abituati a schiacciare un bottone e avere tutto quello che gli serve, un mondo dove le faccende domestiche non esistono perché gestite dalla casa o dalla cameriera robot. 

In altre parole: un mondo senza fatica. Che meraviglia!  

O no?

Poche settimane fa Meta, il colosso di Zuckerberg cui fanno capo i principali social del mondo, ha lanciato il programma capace di rivoluzionare la storia dell’uomo, il Metaverso (mazza che nome imponente!), un mondo parallelo e virtuale al quale accedere attraverso la realtà aumentata e dove sarà possibile interagire mediante avatar con chiunque in qualunque parte del mondo.

In pratica non si faranno più le riunioni online davanti a una webcam, ma si incontreranno i colleghi in un mondo alternativo, all’interno di sale che saranno completamente realistiche.

Una sorta di Matrix che ci connetterà con una realtà parallela dove si offriranno servizi, acquisti e interazioni senza doversi muovere da casa, ma che dico? Senza muoversi dal divano!

E io che ho appena capito come mettere la musica nei video di Instagram!

Il lancio del Metaverso è stato qualcosa di eccezionale, straordinario, incredibile, al pari dell’invenzione della scrittura e della scoperta della ruota; la vita umana non sarà più la stessa. 

Pensate che c’era talmente tanta fibrillazione attorno al progetto che nel 2021 Meta ha assunto in tutta Europa più di 10.000 persone per la sua realizzazione e poche settimane fa c’è stato il lancio effettivo.

In appena 24 ore il Metaverso è stato visitato da ben 38 persone. 

No, non avete letto male, solo 38 utenti si sono connessi con questa rivoluzione. 

Si tratta di uno dei fischi più grossi della storia della tecnologia (e che ha avuto come diretta conseguenza il licenziamento – non virtuale – di 11.000 persone).

Ma cos’è successo?

Siamo una razza abbastanza pigra, una volta stabilito che col pollice opponibile potevamo cambiare canale dal divano ci siamo un po’ rilassati e tanti saluti.

Ma pare ci sia da ringraziare qualcuno che ha davvero fatto la storia dell’uomo moderno, qualcuno di inaspettato arrivato come per magia a cambiare le nostre vite: il covid.

Già, essere stati chiusi in casa per qualche mese ha fatto sì che diventassimo più pigri, ma ci ha anche ricordato che di sola tecnologia non si vive.

Le chat con gli amici, le conference call al lavoro, le videochiamate coi parenti… tutto bello e tante grazie alla tecnologia, ma una cena con rutto libero, una conference che non ci incolli a uno schermo ma ci consenta di sbirciare nella scollatura della collega o un pranzo coi parenti nel quale la nonna ci possa chiedere liberamente quando abbiamo intenzione di regalarle un nipotino… non ha prezzo.

La dimostrazione che “virtuale è bello ma reale è meglio” è nell’annuncio che Zuckerberg è sceso nella classifica degli uomini più ricchi del mondo (che brutta settimana, poveraccio), scalzato da Giovanni Ferrero.

Il segnale è molto chiaro: l’uomo moderno, quello che nel mito degli anni ‘60 nel 2000 avrebbe viaggiato su automobili volanti e attraversato lo spazio in un secondo, ha preferito la Nutella.

Siamo diventati i Jetson, ma nell’animo siamo e rimaniamo sempre dei Flinstone. 

Wilma! La Nutella!

2 Risposte a “BISOGNO DI CONTATTO”

  1. Condivido appieno …io sono ancora di quelle che preferisce chiamare per sapere come stai piuttosto che usare whatsapp. La realtà meglio del virtuale ….mio modesto parere

  2. Articolo bello e profondo: da leggere e rileggere. L’eccessivo uso dell’intelligenza artificiale m’inquieta abbastanza.
    Se andiamo avanti così temo che non riusciremo a controllare più nulla della nostra vita…

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