BELLEZZA E DISCORSI

BELLEZZA E DISCORSI

Autore: Stefano Luigi Cantoni

Di recente, sistemando la parte più “antica” della mia libreria, sono incappato in alcuni appunti nascosti in un’antologia di opere di Platone e un paio di righe ormai sbiadite dalle primavere hanno attirato la mia attenzione: “L’anima si cura con certi incantesimi, e questi incantesimi sono i discorsi belli.” 

Un sorriso mi ha illuminato il volto, ridandomi quel briciolo di speranza nel futuro e nel genere umano che, in seguito ad alcuni recenti accadimenti italiani e globali, percepisco sempre più flebile dentro di me. Come sempre, la cura è aggrapparsi a chi ha vissuto prima di noi dolori, disagi e sofferenze lasciandoci una traccia di senso, di valore e di linea guida per affrontare un presente opaco e spesso di difficile lettura.

Platone sosteneva che il bene, la cifra più alta e morale cui deve tendere l’uomo, si configura con l’ideale più puro di bellezza, la sola in grado di stimolare ogni essere vivente a una costante tensione verso l’alto. Un alto inteso non per forza in senso metafisico, verrebbe da dire oggi attualizzando il concetto, ma un innalzarsi sopra la soglia (ahimè medio-bassina…) della mediocrità strisciante che ci circonda.

Non è un discorso snob, tutt’altro. Per uscire da paradigmi comuni di esseri perfettissimi e valorosi che puntano tutto sull’aggredire, sull’apparire e sul primeggiare ad ogni costo, occorre lentezza, fare un passo indietro, ragionare su cosa sia, oggi, davvero definibile come bello.

La bellezza, per parafrasare un grande esperto e appassionato di estetica come Umberto Eco, non è certo qualcosa di immutabile e assoluto ma varia in base ai tempi e alle persone che ne godono i benefici. E ancora, non è riducibile a una classificazione visiva e condivisa (la perfezione pittorica rinascimentale, per esempio, universalmente bella) ma va a infiltrarsi nel campo sordo e imperfetto dei gusti personali e delle tendenze, inclini alla sensibilità di ognuno. 

In un mondo in cui gli ideali di bellezza variano ogni mezz’ora in base ai like o alle partecipazioni tv, in un Globo in cui il valore estetico e intrinseco di una rosa fiorita nel tepore di maggio è paragonabile a una scarpa di ultimo grido (non me ne vogliano le boutique, alcune sono davvero arredate benissimo!) io intendo schierarmi con Platone: la bellezza, innanzitutto, sta nelle idee e, di rimando, nelle parole, nei discorsi e nella comunicazione.

Troppe urla, però, rimbombano attorno a noi: gente che grida, si insulta, piange, schiamazza. Ma, mi chiedo io, in fondo cosa sta dicendo, cosa vuol comunicare questo incomprensibile agglomerato di anime e coscienze così diverse e al tempo stesso uguali tra loro? 

Qui, forse, sta la parte tragica di questo mio provocatorio (e spero altrettanto utile) intervento: non sarà forse che la vera bellezza, oltre che nei discorsi pronunciati con coscienza, rispetto altrui e conoscenza nel senso più elevato del termine, come direbbe Platone, risieda alla fine di tutto in un sano silenzio fatto di idee nobili e non di vane parole?