Autore: Michele Larotonda
Diventare genitori, prendere in mano un piccolo “frugoletto” e assumere consapevolezza che quel piccolo esserino è a tutti gli effetti tuo e solo tuo. Lo hai fatto tu e sai anche che da questo momento in poi, avrai un grandissimo compito: quello di crescerlo e possibilmente anche sano. Entri in una voragine che gira talmente forte che non sarà raro ritrovarsi la sera spossato, confuso e ti porrai mille domande del tipo se era quello che volevi, se sei capace davvero di fare il genitore e infine ti chiederai come avevano fatto i tuoi di genitori quando tu eri piccolo, quando eri tu ad aver bisogno di crescere. Diventare genitori è un’emozione fortissima, paragonabile quasi a nulla. Le sensazione, le emozioni cambiano, ti ritrovi adulto e capisci che la vita va avanti e anche il tuo essere figlio cambia. I tuoi genitori diventano anziani, diventano quasi dipendenti da te e tu non puoi fare altro che accettare la cosa che prima o poi anche loro moriranno e la vita prenderà un’altra direzione, un’altra piega.
Non si sa se Marco Missiroli abbia fatto questa riflessione dopo essere diventato genitore, di sicuro dopo l’enorme successo, letterario e televisivo, della sua opera precedente Fedeltà, le aspettative erano molto alte, alla fine confermate con il suo nuovo romanzo che, a detta sua, era quello che avrebbe voluto scrivere da sempre: Avere Tutto (Feltrinelli Editore).
Sandro Pagliarini ha lasciato la sua città Rimini alla volta di Milano dove ormai vive e lavora come pubblicitario. Una telefonata inaspettata giunta mentre si trova al supermercato lo spinge a partire e tornare aRimini dove vive Nando, suo padre. La vita dell’anziano, rimasto vedovo, è una vita che si divide tra orto, pranzi e cene a orari precisi, la televisione e quella passione mai sopita per il ballo. Dopo la morte della madre le telefonate tra padre e figlio non sono più le stesse, non hanno più lo stesso sapore eppure Sandro sente che quell’occasione di tornare a casa e tornare da suo padre sia l’unico modo per chiarirsi, conoscersi e capirsi. Il tempo trascorre da giugno a novembre e in questi mesi i due imparano a ritrovare quel legame indissolubile tra genitore e figlio e capire che, in fondo, la loro vita è stata vissuta sempre come una partita di poker, sempre sul filo del rasoio, sempre con il brivido del rischio. Purtroppo alla fine il padre muore ed è il momento del grande cambiamento.
Il nuovo romanzo di Missiroli è quello (a detta dell’autore) è la storia che avrebbe voluto sempre raccontare, è il suo libro più personale. Una storia che si sviluppa in tre atti come le tragedie greche e in questo lasso di tempo, sospeso tra passato presente, i due uomini re imparano ad amarsi attraverso piccoli gesti e pesanti silenzi, proprio come in una partita a poker. Con la costante paura che si possa perdere tutto da un momento all’altro. Sullo sfondo c’è Rimini, una città che è sempre stata quasi una costante dei lavori dell’autore, ma in questo diventa predominante. Una Rimini fatta di locali, balere e luoghi segreti. Non proprio una Rimini felliniana.
In questo nuovo lavoro, Missiroli mette a nudo la propria umanità, un sentimento che c’era anche in Atti Osceni e Fedeltà, ma qui viene amplificata all’ennesima potenza. La sua capacità di scrittura, la sua sintassi cattura il lettore fin dalla prima pagina e con il suo stile affronta le problematiche dell’esistenza attraverso i ricordi, le speranze, le paure e la riscoperta delle piccole cose e infine il cambiamento. Durante il racconto, i due nomi si chiedono spesso cosa farebbero con un milione di euro, le risposte sono tante e proprio in quelle che si danno si trova la chiave del racconto che si conclude con un finale che si potrebbe considerare aperto o forse no!
Con Fedeltà aveva vinto il Premio Strega giovano, con Avere Tutto potrebbe arrivare la consacrazione di un autore che non ha mai deluso con io suoi racconti e che continua ad emozionarci riga dopo riga e pagina dopo pagina.